La perdita uditiva non riguarda solo le persone anziane: colpisce giovani e adulti, minando la comunicazione, le relazioni sociali e la sicurezza personale. Un udito sano non è solo una questione di benessere fisico, ma anche psicologico e sociale.
Entro il 2030 oltre 500 milioni di persone avranno una disabilità uditiva che necessita di riabilitazione e sono oltre un miliardo i giovani a rischio per esposizione prolungata a suoni forti come la musica ma anche i videogiochi. Ciò si traduce in costi per l’economia globale di 980 miliardi di dollari all’anno che comprendono le spese del settore sanitario (escludendo i dispositivi acustici) e i costi sociali, come il supporto educativo e la perdita di produttività. Questi dati fanno da sfondo al World Hearing Day (la Giornata Mondiale dell’Udito), il più grande evento di sensibilizzazione sul tema della salute uditiva, che coinvolge 100 Paesi del mondo, il 3 marzo di ogni anno.
Prevenire i problemi di udito è possibile anche grazie anche a comportamenti corretti da tenere a mente per evitare danni irreversibili: proteggere l’udito dai suoni forti, sottoporsi regolarmente a controlli, utilizzare dispositivi acustici di protezione quando è necessario. Il tema è più che mai di attualità per il sempre più diffuso utilizzo di cuffie e auricolari per ascoltare musica ma anche per il gaming. Se ne è discusso a Roma nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio.
L’incontro ha offerto un’importante occasione di confronto tra rappresentanti delle istituzioni, medici specialisti, operatori sanitari, ricercatori, associazioni, imprese ed esperti su vari aspetti legati al tema: l’udito e la sicurezza stradale, l’impatto dell’ambiente sonoro sulla salute e la protezione acustica nei luoghi di lavoro. Ogni giorno, infatti, milioni di lavoratori sono esposti a livelli di rumore potenzialmente dannosi e, superata una certa soglia, è fondamentale l’uso di dispositivi di protezione individuale come gli otoprotettori.
A moderare i lavori è stata la presidente di Udito Italia (Onlus impegnata nella diffusione e promozione del benessere uditivo), Valentina Faricelli, affiancata dal giornalista di RaiNews24, Alberto Puoti. “L’udito- ha spiegato Faricelli- continua ad essere una patologia misconosciuta, trascurata. Eppure è davvero importante e condiziona la vita di tutti noi. Purtroppo il problema uditivo aumenterà, non possiamo fermarlo. E questo a causa di molteplici fattori, in particolare quello sociale: l’età media si sta allungando, le persone vivono di più ma aumentano anche le patologie legate all’età, tra cui l’ipoacusia. Poi c’è il fattore ambientale: i nostri ambienti di vita sono sempre più rumorosi e non c’è adeguata consapevolezza sulla necessità di proteggerci. Non ultimo il fattore culturale: l’ipoacusia continua a rimanere una cenerentola nella percezione del benessere generale, si arriva alla cura quando è ormai troppo tardi”.
Il rischio per i giovani
Secondo l’Oms sono oltre un miliardo i giovani a rischio per esposizione prolungata a suoni forti come la musica ma anche quelli che escono dai videogiochi. I rischi principali in cui può incorrere un gamer sono quelli legati all’esposizione a un volume alto, che va a traumatizzare l’apparato auricolare, così come avviene per altri rumori forti. “Il problema dell’udito- ha precisato la presidente del Comitato scientifico di Udito Italia, Marcella Marletta– non è correlato all’età adulta. Oggi, infatti, sono molti i giovani che hanno problemi di udito, dovuti ai videogiochi e all’ascolto della musica a volume altissimo. La consapevolezza è fondamentale e lo è anche il cambio di mentalità, che deve partire dalle scuole, dalla formazione, dai giovani, che devono capire quanto sia importante il proprio udito. L’anziano, lo ricordo, ha l’isolamento come spada di Damocle: bisogna stare accanto a chi non sente, che può diventare una persona disabile ma, soprattutto, si può isolare, andando incontro al peggior risultato che si possa immaginare, ovvero il decadimento cerebrale, l’alzheimer, per cui non abbiamo cure. La perdita dell’udito non è un male inferiore ad altri’.
“La prevenzione– ha commentato il vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera, Luciano Ciocchetti– è fondamentale. Nel nostro Paese c’è bisogno di una grande promozione culturale per far crescere la cultura della prevenzione. E questo riguarda sia gli stili di vita, che possono prevenire problemi all’udito, sia la prevenzione secondaria, ovvero farsi controllare, sottoporsi a screening”.
3 marzo, World hearing day
Il World Hearing Day, indetto dall’Oms, coinvolge centinaia di Paesi in tutto il mondo. Quest’anno è incentrato sull’importanza dei comportamenti individuali per proteggere la salute uditiva. “Changing Mindsets: empower yourself to make ear an hearing care a reality for all”, esorta l’Oms, che in occasione del 3 marzo chiama tutti i governi, gli operatori sanitari e la società civile a mobilitarsi per riconoscere l’importanza dell’informazione e della sensibilizzazione sul tema “You can take steps today to ensure good hearing health throughout life”.