Oltre la metà degli italiani ammette di non avere un sonno continuo e solo il 23% si alza sentendosi riposato, ma rispetto a qualche anno fa c’è più consapevolezza dell’importanza di prendersi cura della qualità del sonno. A rivelarlo, in occasione della Giornata mondiale del sonno (14 marzo), è la nuova ricerca “Ho solo dormito meglio!” di ZzzQuil, brand di Procter & Gamble, che, dopo una prima indagine nel2019, torna sul rapporto tra italiani e sonno.
I dati di questa nuova ricerca mostrano come il 90% degli italiani riconosce che dormire bene impatta in modo rilevante sulla mente, sul fisico, sull’umore e persino sulla bellezza. La consapevolezza dell’importanza di un sonno di qualità, testimoniata dalle numerose accortezze e rituali che gli italiani seguono per favorire l’addormentamento e un sonno continuo.
Per semplificare la lettura dei dati, la ricerca ha identificato tre categorie: zombie, lepri e troll. La prima, quella degli zombie, è composta dagli italiani (ben il 41%) che si svegliano trascinandosi per casa ancora addormentati e che, rispetto agli altri, vedono il loro riposo disturbato più frequentemente da stress e ansia (rispettivamente 55% contro il 50% di media campionaria e 44% vs 39%).
All’estremo opposto troviamo le lepri, ovvero gli italiani (il 33%) che si svegliano pimpanti e subito attivi: rispetto agli altri, tendono ad andare a letto prima delle 23:00, addormentandosi appena toccano il cuscino (32% vs 22% di media), a godere più frequentemente di un sonno continuo (45% vs 38%) e, non stupisce, a non posporre la sveglia la mattina.
Infine, la categoria dei troll raggruppa quel 26% di italiani che si svegliano irritabili e ancora stanchi, colpa probabilmente di un sonno frammentato e interrotto da momenti di veglia che li interessa più frequentemente rispetto agli altri (57% vs 52% di media campionaria).
Italiani e sonno: un rapporto tormentato
Ben 8 italiani su 10, infatti, faticano ad addormentarsi e 6 su 10 lamentano un sonno discontinuo; le 8 ore di sonno restano un miraggio per l’80% degli italiani (il 17% ne dorme meno di 5) e il grado di soddisfazione medio della qualità del proprio sonno è appena sufficiente (6,5 in una scala da 1 a 10). Tra le cause che disturbano un buon riposo, le più frequentemente indicate sono stress (50%), ansia (39%) e preoccupazioni famigliari (38%), seguite da eccessivo caldo/freddo, malattie, preoccupazioni lavorative o economiche. Non stupisce quindi che ben il 93% degli italiani metta in atto qualche escamotage per godersi una notte di buon sonno: evita di bere caffè e tè il 38% e di mangiare pesante la sera il 36%, rende più confortevole la camera con il buio (40%), alla giusta temperatura (37%) e silenziosa (31%); legge un libro il 24%. Ci sono poi alcunei italiani che fanno ricorso a integratori naturali che aiutino a facilitare l’addormentamento e un riposo continuo (21%, in crescita rispetto al 16% del 2019).
«Sebbene il quadro generale non sia perfettamente positivo, l’indagine evidenzia come stia crescendo la consapevolezza dell’importanza di un riposo adeguato, considerato essenziale quanto una dieta equilibrata e uno stile di vita attivo per la salute e, più in generale, per la qualità della vita.
È importante sottolineare che i benefici di un buon riposo sono supportati da evidenze scientifiche e non costituiscono semplicemente aspirazioni irrealistiche. Numerosi studi hanno dimostrato la correlazione tra sonno di qualità e effetti positivi sulla salute mentale, fisica, emotiva e generale. Anche la longevità può essere influenzata» ha commentato Oliviero Bruni, esperto in Medicina del Sonno.