Come vive l’uomo il rapporto con la propria salute sessuale? Ha provato a capirlo l’Osservatorio “Occupiamoci di uomini – La salute sessuale maschile fra tabù e disinformazione” a cura dell’Università di Pavia, Siams (Società italiana di andrologia e medicina della sessualità) e Cooper Consumer Health.
Una prima release dello studio ha evidenziato come i pazienti maschi, di fronte all’insorgenza di una problematica di natura sessuale, abbiano reazioni connesse con l’età e con il grado di educazione sessuale a cui sono abituati. I cinquantenni difficilmente condividono con il partner o la cerchia di amici la propria condizione e arrivano a farlo con il medico di base solo quando la situazione diventa insostenibile o non rimandabile. I pazienti dai 30 anni in giù, invece, grazie a una formazione educativa più aperta, condividono più facilmente dubbi e perplessità sulla propria salute sessuale, sia con il medico di base sia, prima ancora, con partner, famiglia e amici.
La seconda parte dello studio ha coinvolto direttamente gli interessati. Il team diretto dal prof. Flavio Antonio Ceravolo, associato di Sociologia e direttore del progetto di ricerca, ha lavorato su cinque gruppi di intervistati: potenziali pazienti eterosessuali (in tre fasce d’età: 51-60, 40-50, 20-30), un gruppo di partner femminili e un gruppo di uomini con orientamento omosessuale, per capire più a fondo come la sessualità e le patologie connesse vengano davvero vissute dagli italiani. In particolare, si è indagato sulla problematica della disfunzione erettile. Ecco cosa è emerso.
Maschi 51-60 anni
In questa fascia d’età le problematiche di tipo sessuale sono vissute con imbarazzo e rappresentano uno stigma sociale molto forte. Ci si rivolge al medico, con profonda vergogna, soltanto quando è impossibile continuare a ignorare i sintomi.
Maschi 40-50 anni
Chiusura e bisogno di normalità: si vuole continuare a far parte del gruppo dei pari di cui si mantengono attive tutte le caratteristiche comuni, in primis una vita sessuale attiva. I più giovani del target -i 40enni- arrivano ad aprirsi con imbarazzo quando la situazione non è più gestibile in autonomia e quando diventa grave. Più ci si avvicina ai 50 anni e più si tende, invece, aa vivere questa condizione con rassegnazione.
Maschi 20-30 anni
Non prendono in considerazione la possibilità di soffrire di disturbi sessuali, verso i quali provano imbarazzo, ma non tale da paralizzare la gestione della condizione sopraggiunta. Si dichiarano pronti a confrontarsi con un medico. La condizione culturale elevata del target potrebbe aver contribuito a un atteggiamento più aperto e informato verso la sessualità e la salute in generale.
Maschi con orientamento omosessuale
Un elemento chiave emerso è la maggiore consapevolezza sessuale, che vede la sessualità non solo come un atto fisico, ma come una parte integrante del benessere relazionale e identitario. Il medico è visto come un vero e proprio alleato nella gestione della sessualità, non solo un esperto, ma una figura di riferimento in grado di fornire supporto con competenza e strumenti concreti. Un atteggiamento che può contribuire a un benessere complessivo più ampio e duraturo.
Cosa pensano le donne
Il gruppo di intervistate partner di uomini affetti da disfunzione erettile ha espresso una forte sensazione di esclusione quando i loro partner affrontano la disfunzione sessuale. Le più giovani percepiscono la mancanza di condivisione come una perdita di fiducia e complicità nel rapporto. In merito alla sessualità, si evidenzia un riconoscimento del suo ruolo fondamentale, sebbene non sempre sia correlato a legami stabili e profondi.
Conclusioni
Le evidenze emerse dalla ricerca sottolineano un cambiamento generazionale significativo nell’approccio alla salute sessuale maschile. I gruppi di età più avanzata continuano a mantenere un atteggiamento riservato, spesso affrontando il problema solo quando diventa insostenibile e cercando soluzioni che garantiscano discrezione. Le nuove generazioni, invece, mostrano una maggiore apertura e proattività, sono pronte a confrontarsi con il medico e a condividere con gli amici eventuali difficoltà. Questo scenario potrà evolvere ulteriormente anche grazie a un nuovo approccio a problemi come la disfunzione erettile, anche grazie alle nuove opportunità terapeutiche in grado di offrire una soluzione rapida e discreta.