A colloquio con Ivo Dosi, presidente di Farmadati Italia

Completamente rinnovata, dopo 20 anni di onorato servizio, la Banca dati Federfarma si presenta ampiamente arricchita nei campi, nei documenti e negli aggiornamenti. Uno strumento, quindi, indispensabile, utilizzato anche da parte pubblica, a garanzia di uniformità di linguaggio. Ce la presenta il suo ideatore, Ivo Dosi

La “Banca Dati Federfarma 2000” va in pensione e ora nasce la “Nuova Banca Dati Federfarma” (Nbdf), ampliata nei contenuti e nei servizi offerti. Basti pensare che raddoppiano sia i campi per l’inserimento dei dati (ora 746), sia i documenti consultabili (da 288mila a oltre 600mila) e decuplicano gli aggiornamenti giornalieri (da 8mila a 80mila). Questo strumento, indispensabile per la corretta gestione di ogni farmacia, si arricchisce ora delle più aggiornate tecnologie e garantisce così al farmacista di poter operare con correttezza e tempestività, nel rispetto delle norme e dei provvedimenti ministeriali, evitando errori, dimenticanze e conseguenti sanzioni.

Per saperne di più sulle innovazioni apportate alla nuova Banca dati abbiamo intervistato il presidente di Farmadati Italia, Ivo Dosi, che la realizza e poi la distribuisce, in base a un accordo con Promofarma, a tutte le farmacie associate Federfarma, attraverso le loro software house.

Quali sono le novità apportate dalla Nuova Banca dati Federfarma rispetto alla vecchia edizione?

Le novità apportate sono sia sul piano della tecnologia con dati in formato Xml e sistema di aggiornamento basato sui Web Services, sia su quello dei contenuti arricchiti di informazioni importanti, utili per adempiere a obblighi di legge ed evitare sanzioni, prevenire mancati pagamenti da parte delle Asl, ottimizzare le strategie commerciali, migliorare la logistica. Inoltre, la nuova Banca dati rende disponibili le informazioni di sicurezza dei medicinali per minimizzare il rischio di eventuali richieste da parte di Ema e di Aifa circa i contenuti informativi dei software di prescrizione e dispensazione.

Come è stata accolta Nbdf da parte dei farmacisti? Sui social, per esempio, sono apparse lamentele per l’aumento dell’abbonamento annuale. Come va giustificato?

L’accoglienza da parte dei farmacisti riguardo ai contenuti andrà valutata quando questi saranno integralmente fruibili, a seguito dell’integrazione nei gestionali di farmacia. Nel frattempo abbiamo reso disponibile un applicativo web (Gallery for Pharmacy), che consente da subito di visualizzare i nuovi contenuti. La maggior parte delle software house ha integrato la chiamata al servizio direttamente dal gestionale. Riguardo poi all’aumento del canone annuo (pari a 162 euro) lo riteniamo ampiamente giustificato dalla quantità, tempestività e qualità dei contenuti. In ogni caso, si tratta di un valore significativamente ridotto (meno della metà) rispetto alla quotazione di prodotti analoghi registrata in altri Paesi europei assimilabili al nostro per le numeriche di settore (pensiamo alla Francia e alla Germania).

 E quale, invece, l’accoglienza da parte delle software house? Quanto tempo pensa ora impiegheranno per i necessari aggiornamenti dei gestionali?

Le software house hanno reagito con spirito collaborativo, nell’ottica di un miglior servizio al cliente. Naturalmente sono emerse preoccupazioni dovute agli importanti carichi di lavoro in termini di sviluppo, concomitante con altre necessità ineludibili (autentificazione a doppio fattore, nuova Dcr, integrazione regionale per il Fascicolo sanitario elettronico). Nonostante questo, è stata avviata l’attività di integrazione dei nuovi dati per ordine di priorità e siamo confidenti di vedere risultati significativi nel primo semestre di quest’anno.

Nbdf offre nuovi contenuti e informazioni di carattere professionale, per esempio sulle carenze, sulla codifica dei farmaci esteri e così via. Ce le vuole dettagliare?

Dati aggiornati quotidianamente sulle carenze e sui farmaci contingentati fino al ripristino dello stock di sicurezza e la codifica dei farmaci esteri indispensabile per la tracciatura dei farmaci erogati in Distribuzione per conto (Dpc) fanno parte dei dati che riteniamo importanti per ottimizzare la gestione. Sono presenti anche informazioni dettagliate sulla Assistenza integrativa regionale (remunerazione riconosciuta alla farmacia, sconti, prezzo di tariffazione, codice nomenclatore tariffario regionale, quantitativi massimi concedibili, termini di consegna e garanzia degli ausili tecnici di serie), indicazioni terapeutiche rimborsate e non rimborsate, dettaglio specialisti per ricetta limitativa con indicazione della obbligatorietà del Piano terapeutico o della Scheda di prescrizione, maggiori dettagli sulle prescrizioni veterinarie, avvertenze, limitazioni e destinazioni d’uso di medicinali, parafarmaci, veterinari ed omeopatici, precursori di esplosivi, tutti i documenti integrali relativi a farmaci, parafarmaci e dispositivi medici (foglio illustrativo, etichetta, certificazione, scheda di sicurezza, avviso di sicurezza, safety communication, note in fase di prescrizione, schede prodotto, Ddl (Note informative importanti), piano terapeutico, schede promemoria per il paziente, documenti di appropriatezza prescrittiva e a corredo della prescrizione). In definitiva, tutto quanto serve a supporto della completezza e della sicurezza dell’attività del farmacista. E non mi dica che è poco. La Nbdf è stata poi completata con le informazioni sui Dispositivi medici ospedalieri che vengono progressivamente inseriti in Dpc. Oltretutto, i nostri contenuti vengono correntemente utilizzati dalla totalità dei medici di medicina generale e dalle strutture pubbliche quali Aifa, Sogei, Regioni, Asl. In questo modo si realizza una uniformità di dati, affidabili e certificati per tutto il settore.

Interessanti anche le innovative informazioni di carattere commerciale, per esempio sulle liste di comparazione della classe C, sui prezzi, sulle scadenze dei brevetti e così via. Non entrate così nel campo di pertinenza dei gestionali?

Direi proprio al contrario. Il nostro obiettivo è quello di fornire dati certi e aggiornati da integrare nel gestionale a uso del farmacista, proprio per evitare che la software house, per risolvere determinate esigenze, si veda costretta a costruire degli archivi in modo autonomo, prendendosene oltretutto la responsabilità in caso di problemi sui contenuti.

A proposito di gestionali, la sensazione è che i farmacisti non ne sappiano utilizzare le molte funzioni, limitandone quindi l’impiego. Lo stesso ritiene avvenga anche per la Banca dati Federfarma?

I gestionali di farmacia sono diventati nel tempo dei pacchetti molto ricchi di funzioni.

Sono a tutti gli effetti degli Erp (software che consentono di gestire l’intera attività d’impresa, ndr), che coprono anche gli aspetti professionali specifici. Sovente integrano dei veri e propri sistemi di Business Intelligence, che permettono di monitorare gli indicatori economici della farmacia. Di conseguenza, il loro livello di utilizzo è fortemente influenzato da quanto il farmacista intende spingersi nella gestione aziendale e professionale della propria attività.

Riguardo poi all’impiego della Banca Dati, oltre a questo aspetto diventa determinante la modalità e la completezza di informazioni che la singola software house realizza nel proprio gestionale. Da parte nostra siamo sempre disponibili a dare il massimo supporto per aiutare gli sviluppatori a integrare i dati nel modo più efficace, cercando di fornirli il più possibile in modalità “pronta all’uso”, evitando quindi di dover creare le informazioni dalla correlazione tra dati diversi. Si tratta di uno dei principi ispiratori della Nbdf.

Lei è uno dei principali esperti di digitalizzazione in farmacia, avendo a suo tempo creato Wingesfar, il gestionale più diffuso. Quali ritiene saranno i nuovi sviluppi dell’evoluzione digitale in farmacia?

Da tantissimi anni la farmacia ha costituito un settore di avanguardia per l’informatica. Fin dalla fine degli anni 80 le farmacie trasmettevano gli ordini in modalità telematica, leggevano i bollini dei medicinali con le penne ottiche, usufruivano di banche dati contenenti informazioni sui prodotti dispensati. Il trend di informatizzazione del settore, in quegli anni sovente supportato dalle aziende di distribuzione farmaceutica (in particolare dalle cooperative di farmacisti), ha visto uno sviluppo quantitativo e qualitativo molto accentuato. Tutte le principali evoluzioni di settore, per esempio il passaggio dai software con interfaccia a caratteri a quelli con interfaccia grafica, sono state recepite dal settore in tempi in generale contenuti. Negli anni la farmacia ha visto diverse evoluzioni importanti. Dai primi servizi prestati dalle farmacie con il supporto dell’informatica, quali il collegamento ai Cup per la prenotazione di esami e visite specialistiche, si è arrivati alla ricetta dematerializzata, all’erogazione di farmaci in Dpc e di presidi di Assistenza integrativa mediante l’uso di piattaforme specifiche. Nel frattempo molte farmacie hanno affrontato l’automazione del magazzino con i robot o hanno acquisito sistemi di etichette elettroniche per esporre i prezzi o di digital signage, si sono dotati di strumenti di loyalty. Hanno corredato poi i propri sistemi di App, che permettono di fornire servizi all’utenza supportati dagli smartphone in uso ai clienti. Sono soltanto alcuni esempi di come i gestionali hanno dovuto evolversi nel tempo, gestendo contemporaneamente la complessità normativa del settore (regionalizzazione, fattura elettronica, Nso, integrazioni con i vari Fse regionali, e così via).

Ecco un quadro dettagliato dell’evoluzione digitale in farmacia. Ma cos’altro dobbiamo aspettarci?

La particolarità del software di farmacia consiste nel dover ottemperare a esigenze gestionali e professionali in continua evoluzione. Questo rende molto complesso e oneroso lo sviluppo di piattaforme completamente nuove che utilizzino le tecnologie più aggiornate. Oltretutto, si pone il problema di quanto il farmacista possa apprezzare la nuova tecnologia, considerato che i pacchetti attualmente disponibili in generale assolvono a tutte le funzioni. Penso che i nuovi sviluppi dovranno scontare questa situazione, tenendo presente da un lato la necessità di sistemi aperti all’integrazione con piattaforme esterne e facilmente aggiornabili e implementabili, e dall’altro la presenza di software che, pur se non aggiornati dal punto di vista tecnologico, risolvono ancora con una certa efficacia le funzionalità necessarie. Inoltre, gli investimenti rilevanti richiesti per l’eventuale sviluppo di pacchetti totalmente nuovi vengono resi problematici anche da una grande frammentazione del mercato, con la presenza di numerose aziende in alcuni casi con un ridotto numero di installazioni. Oltretutto, la percezione della qualità del software da parte del farmacista è fortemente influenzata dal livello di assistenza offerta dal fornitore, che spesso è di buona qualità anche nelle piccole realtà locali. In tutto questo scenario sarà interessante vedere l’evoluzione dettata dalle esigenze delle catene di farmacie e, in generale, dalla progressiva penetrazione del cloud computing già avvenuta in altri settori.

Autore

Related posts