Da Pharma Data Factory i dati di vendita sell-out delle farmacie: le confezioni di Otc e Sop dispensate nell’anno mobile terminante a settembre 2024 sono state 273,5 milioni, a un prezzo medio per unità di 10,7 euro
Da sempre l’automedicazione rappresenta l’armamentario terapeutico del farmacista, quel segmento del mercato della farmacia legato ai piccoli disturbi, dove la gamma dell’offerta e la tipologia dei servizi rientrano nel suo tipico consiglio sanitario e nella sua specifica attività di prevenzione. In particolare, è proprio nel periodo invernale che maggiormente si manifestano le esperienze d’acquisto legate alla self-medication, la cui evoluzione culturale si esplica stimolando non l’autocura, bensì un’automedicazione responsabile e controllata, che comporta appunto l’intervento del farmacista educatore sanitario.
Si tratta di un mercato assai interessante. Da Pharma Data Factory, che ci fornisce i dati di vendita sell-out delle farmacie, risulta che le confezioni di prodotti Otc e Sop dispensate nell’anno mobile terminante a settembre 2024 sono state pari a 273,5 milioni, a un prezzo medio per unità di 10,7 euro. Una montagna di farmaci che ha prodotto un fatturato di circa 3 miliardi di euro, in crescita del 3,6% sullo stesso periodo del 2023, vale a dire circa 100 milioni di euro in più. A ben vedere, in realtà, c’è stata una contrazione in quantità, però contenuta nell’1,2% (3 milioni di confezioni in meno) e, quindi, l’incremento del giro d’affari va attribuito all’aumento del prezzo medio dei prodotti (+ 4,8%).
Classi terapeutiche
Le prime 10 classi del mercato dell’automedicazione realizzano il 77% del fatturato, pari a 2,2 miliardi di euro. La prima per valore è la R05 – Preparati per la tosse e il raffreddore: nell’anno mobile 2024 ha realizzato circa 400 milioni di fatturato, con un incremento sullo stesso periodo dell’anno precedente del 4%. Leggermente inferiori al 2023 sono le vendite (-3%) della seconda classe M01 – Antinfiammatori e antireumatici, che rappresenta, però, pur sempre la seconda classe di fatturato, con 300 milioni di euro. In crescita del 5% la N02 – Analgesici con 250 milioni di euro venduti nel periodo. Seguono tre classi con un fatturato compreso tra i 210 e i 220 milioni di euro, A07- Prodotti per disturbi intestinali, con un incremento del fatturato del 4%, M02 – Antireumatici topici, con +2% mentre la R02 – Preparazioni per la gola ha fatto registrare un decremento del 3%. In crescita con tassi di sviluppo molto interessanti le ultime classi della tabella, in particolare la A02 – Antiacidi antiflatulenza e antiulcera, con +12%, la C05 – Anti-varicosi/antiemorroidari, con +8%, e la R01 – Preparazioni nasali, +5%. Risulta in positivo, ma con una percentuale modesta (+2%) anche la A06 – Farmaci per la stitichezza e la pulizia dell’intestino.
Età dei consumatori
Ma che età hanno i consumatori dei farmaci di automedicazione? Il gruppo più consistente si aggira tra i 35 e i 64 anni, con il 52,8% del valore delle vendite dell’anno mobile settembre 2024, e da seguire con attenzione sono i pre-pensionandi (50-64 anni), non soltanto perché sono la classe con maggior valore di acquisti, ma anche per l’incremento del fatturato del 6,2%. L’altro gruppo in crescita è formato dagli anziani, che con il 18,3% del valore hanno fatto registrare i migliori tassi di incremento: +10,6% i grandi vecchi (85 anni e oltre), mentre +7% la fascia 75-84 anni. Contenuta, invece, la crescita (+1,8%) dei 35-49enni, anche se acquistano pur sempre circa un quarto del fatturato. In età pediatrica e nei giovanissimi i consumi sono abbastanza contenuti, ma nei giovanissimi si nota un maggior interesse, grazie a una crescita degli acquisti del +6,7%.
Aggiungiamo che il 57% del fatturato è stato ottenuto grazie alla richiesta di prodotti da parte delle donne, mentre il 43% dagli uomini. Va anche annotato che il 99,5% degli acquisti è stato pagato direttamente dal cittadino, mentre l’Ssn è intervenuto solamente rimborsando lo 0,5% della spesa.
Differenze regionali
Anche la suddivisione territoriale dei consumi merita uno sguardo. Ebbene, la prima regione per il valore delle vendite è la Lombardia, con 538 milioni di euro, dovuti da una parte alla maggior popolazione, dall’altra al fatto che ogni abitante spende in media 5 euro per prodotti di automedicazione. Si contano, infatti, sulle dita di una mano le regioni con spesa pro capite di almeno 5 euro. Eccole nell’ordine: Valle d’Aosta (5,65 euro); Trentino A.A (5,26 euro); Toscana (5,18); Lazio (5,08) e Liguria (5), mentre la Basilicata con 3,29 euro per abitante è la regione con minor consumo di prodotti per l’automedicazione e con minor sviluppo delle vendite. La crescita maggiore si è registrata nel Lazio e nel Trentino, con la stessa percentuale (6%), mentre in Lombardia (+3%) l’incremento è stato leggermente inferiore al 3,6% nazionale.
Periodo invernale
Siamo in pieno inverno e un italiano su due esprime preoccupazione per l’influenza, per il Sars-CoV-2 con le sue varianti e per gli oltre 260 virus in circolazione, con il pericolo che possano essere aggressivi e contagiosi. Si stima che l’insieme dei virus possa colpire 14,5 milioni di italiani (secondo i dati di Assosalute).
Da una recente ricerca di Human Highway per Assosalute risulta che, in caso di influenza, il medico e il farmacista sono i professionisti cui il cittadino maggiormente si rivolge per un consiglio. In particolare, il 17,8% chiede consiglio al farmacista (in incremento rispetto al 2020, quando era il 14,9%), mentre il 25,5% “si affida alla propria esperienza, curandosi con farmaci da banco che già conosce”.
Quindi, in caso di influenza, i farmaci di automedicazione sono ritenuti i rimedi più usati per alleviare i sintomi dal 64% della popolazione, con o senza altri prodotti come integratori e vitamine, prodotti erboristici e omeopatici o, ancora, rimedi casalinghi come tisane oppure “bevande della nonna”, mentre un intervistato su 10 dichiara di non prendere prodotti specifici perché il disturbo “passa da solo”, confidando forse nelle proprie difese immunitarie.
Dice Michele Albero, presidente di Assosalute: “Le abitudini degli italiani si stanno evolvendo velocemente anche come conseguenza dell’esperienza pandemica. Cresce l’attenzione verso soluzioni pratiche e facilmente accessibili, tra le quali un uso responsabile dei farmaci. I medicinali da banco sono soluzioni terapeutiche strategiche, se è vero, come ha affermato l’Organizzazione mondiale della Sanità, che l’80% dei malesseri che affliggono generalmente le persone sono gestibili attraverso il ricorso ai medicinali Otc”.
Ovviamente, va evitato il rischio dell’autocura, spesso motivata da passate esperienze o dal sentito dire di parenti e amici, senza quindi alcuna base scientifica. Compito peculiare del farmacista educatore sanitario è saper sempre intervenire per consigliare, proponendo un’automedicazione responsabile, in quanto motivata dall’esperienza e dalla professionalità di un esperto. Non si tratta, dunque, soltanto di consegnare il prodotto giusto, ma anche di accompagnarlo con la conoscenza del farmaco, con la proposta concreta, con il “valore aggiunto”, appunto, del consiglio professionale.
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