Farmacia dei servizi: i più attivi e i più richiesti

La farmacia dei servizi è, da tempo, un tema ricorrente nei vari convegni della categoria, al quale molti ricorrono per suggerire l’opportunità di un rinnovamento professionale, capace di produrre cambiamenti che garantiscano alla farmacia nuovi spazi e possibili sviluppi. Per affrontare il futuro con serenità, infatti, non basta più limitarsi alla dispensazione del farmaco, ma la società oggi richiede alla farmacia nuove competenze e nuovi servizi. È un impegno che implica forti investimenti sia professionali, sia di tempo, risorse e mezzi, perché si tratta di ampliare le specializzazioni e aprirsi a nuovi mercati.

Ecco, allora, la necessità di svegliarsi dal lungo sonno favorito da ormai inesistenti “rendite di posizione”, perché è fondamentale, per venire incontro ai bisogni della popolazione, fare scelte strategiche, puntando al potenziamento dell’assistenza territoriale e riducendo, per esempio, l’ospedalizzazione delle persone anziane o dei malati cronici. Ne consegue che per la farmacia è essenziale confermare la propria centralità sul territorio, in modo da garantire non soltanto i servizi previsti dalla legge, ma soprattutto la loro qualità ed essere pronti a impegnarsi nei nuovi compiti richiesti.

Ma attenzione, al gran parlare della farmacia dei servizi corrisponde poi una sua reale e concreta presenza sul territorio? L’invito da parte dei politici e dei mass media e le richieste della popolazione sono state raccolte e realizzate? Un quadro della situazione ci viene offerto dal “VI Rapporto annuale sulla farmacia”, realizzato da Cittadinanzattiva in collaborazione con Federfarma e con il contributo non condizionato di Teva Italia, che nella sua indagine si è soffermato anche sulla “offerta, conoscenza e fruizioni dei servizi”. E lo ha fatto registrando le opinioni sia dei farmacisti, sia dei cittadini, in modo da consentirci di avere una visione ad ampio raggio su come oggi venga vissuta a tutto tondo la farmacia dei servizi.

Ebbene, ecco la classifica dei top 10 sia dei servizi offerti, in base alle interviste dei farmacisti e in ordine di presenza sul territorio (tabella 1), sia di quelli che i cittadini dichiarano di preferire e, quindi, i più usufruiti (tabella 2). Come si può notare, vi è una discrepanza tra i servizi offerti dalla farmacia e quelli, invece, preferiti dal pubblico: ai primi posti indicati dai farmacisti, per esempio, ci sono la misurazione della pressione, la prenotazione/ritiro dei prodotti e la misurazione del peso, mentre i cittadini richiedono soprattutto, nell’ordine, la prenotazione di prodotti, i tamponi Covid e il monitoraggio dei parametri. Va, comunque sia, precisato che i molti farmacisti dichiarano di non aver introdotto alcuni specifici servizi non perché contrari, ma per il semplice motivo che mancano le condizioni per adottarli (spazi limitati, problemi di risorse umane, di autorizzazioni, e così via).

 La presenza di specifici servizi

L’indagine di Cittadinanzattiva si sofferma sull’analisi di alcuni specifici servizi offerti, per cogliere i giudizi e la disponibilità del farmacista ad adottarli. Vediamo quali:

  • Defribillatore: la maggioranza delle farmacie partecipanti risulta non averli (71,2%), ma è comunque significativa la percentuale di chi dichiara di offrirli, sia all’interno (12,4%), sia all’esterno (16,4%) della farmacia. Un servizio peraltro gradito dalla maggioranza dei cittadini intervistati (84,4%) e che, quindi, il titolare dovrebbe considerare di adottare.
  • Screening: ben il 71,8% delle farmacie partecipanti all’indagine dichiara di avere effettuato negli ultimi 12 mesi campagne di prevenzione e indagini per individuare soggetti a rischio, a dimostrazione di un ruolo attivo in questo campo. Le patologie maggiormente oggetto di screening sono quelle oncologiche, per la rilevazione precoce dei tumori (78,9%), seguite da quelle croniche e cardiovascolari (35%). Questa attività si esplica principalmente con la consegna di materiale informativo (71,9%), con l’esecuzione di test diagnostici (60,7%), la misurazione di parametri vitali (50%) e la compilazione di questionari (47,5%) (tabella 3).

A questa disponibilità dei farmacisti non corrisponde, però, uguale attenzione dei cittadini intervistati, che dichiarano di essere rimasti coinvolti nelle attività di screening soltanto per il 22%, con un 11% che afferma di non essere venuto a conoscenza di queste attività. Emerge, così, evidente la necessità, da parte della farmacia, di farle accompagnare con una più diffusa ed efficace comunicazione.

  • Medicina di genere: emerge sempre più evidente la necessità di promuovere l’appropriatezza e la personalizzazione delle cure, così come peraltro richiesto dal “Piano nazionale di prevenzione” (Pnp), che persegue un cambio culturale e di prospettiva sull’influenza biologica legata al sesso. Diventa allora incoraggiante il dato sul ruolo garantito dalle farmacie, che per il 44% risultano impegnate in campagne sulla medicina di genere. Anche in questo caso, però, il 22,7% dei cittadini afferma di non averne avuto consapevolezza, dimostrando come sia necessario migliorare la comunicazione fatta dalle farmacie, tanto più che è unanime (90,6%) la convinzione che proprio la farmacia sia il luogo adatto a realizzare questo tipo di iniziative.
  • Telemedicina: il 76% delle farmacie (di cui 9.053 urbane e 5.000 rurali) risulta coinvolta nella fornitura di servizi di elettrocardiogramma, holter pressorio, holter cardiaco e spirometria (tabella 4). In particolare, per l’Ecg sono più avanzate le regioni del Meridione (soprattutto Puglia, Calabria e Basilicata); per l’holter pressorio risultato in pole position le farmacie di Campania, Puglia, Abruzzo e Valle d’Aosta; per l’holter cardiaco Calabria, Puglia, Abruzzo e Basilicata, mentre per la spirometria le percentuali sono ovunque basse, con valori a due cifre solamente in Abruzzo, Basilicata, Calabria e Campania.

Interessante è annotare i dati relativi alla disponibilità di locali separati, presenti nel 66% delle farmacie urbane e nel 64% di quelle rurali, adibiti proprio all’erogazione dei servizi di telemedicina, garantendo nel contempo privacy e qualità delle prestazioni. La tabella 5 riporta la loro percentuale regione per regione, una classifica guidata dalle farmacie della Valle d’Aosta, dell’Umbria e del Piemonte.

Le richieste di Federfarma

Sulla base dei dati frutto di questo censimento, Federfarma ha avanzato ai vari stakeholder una serie di proposte rivolte a:

Governo e Autorità Sanitarie: favorire incentivi fiscali e agevolazioni alle farmacie che si impegnano nella fornitura di servizi di telemedicina, soprattutto nelle zone rurali, per ridurre il divario nell’accesso ai servizi sanitari.

Associazioni di settore: collaborare con le istituzioni sanitarie locali per promuovere programmi di formazione e aggiornamento professionale per il personale delle farmacie, al fine di garantire servizi di telemedicina di alta qualità.

Cittadini & pazienti: migliorare l’informazione sui servizi di telemedicina offerti dalle farmacie locali, soprattutto nelle aree remote; sostenere le iniziative per l’uso responsabile dei servizi di telemedicina.

Advocacy & tutela dei diritti: aumentare la consapevolezza tra la popolazione riguardo ai servizi di telemedicina disponibili in farmacia.

Farmacie: continuare a espandere l’offerta di servizi di telemedicina, concentrando gli sforzi nelle aree con una minore disponibilità di servizi.

 

 

 

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