Gestione del dolore muscoloscheletrico, il ruolo del farmacista

La gestione del dolore muscoloscheletrico è una sfida crescente nel campo della salute pubblica, che influisce su milioni di persone e costituisce una delle principali cause di disabilità. Associato a disturbi muscolari, articolari o nervosi, il dolore muscoloscheletrico può derivare da molteplici cause e manifestarsi con varia intensità, richiedendo spesso un approccio terapeutico complesso che unisca trattamenti farmacologici e non farmacologici.

La termoterapia: un supporto efficace

La termoterapia, come evidenziato nell’ultimo documento Fip, cioè l’International Pharmaceutical Federation (FIP) si distingue come opzione terapeutica di grande efficacia in particolare per il trattamento di condizioni croniche non infiammatorie. L’applicazione del calore sui tessuti dolenti, infatti, favorisce un processo di vasodilatazione locale che incrementa il flusso sanguigno, apportando ossigeno e nutrienti necessari alla riparazione e al rilassamento muscolare e riducendo rigidità e dolore associato a patologie, come la lombalgia cronica, la cervicalgia e l’osteoartrite. Gli studi evidenziano che l’applicazione di calore su zona colpita da dolore muscoloscheletrico cronico o rigidità muscolare facilita un recupero funzionale più rapido, con benefici tangibili in termini di sollievo dai sintomi e di miglioramento della qualità della vita. Tuttavia, in presenza di infiammazione acuta oppure di gonfiore articolare, la terapia più indicata rimane la crioterapia. Il freddo, infatti, agisce tramite vasocostrizione, riducendo il flusso sanguigno e il metabolismo nell’area interessata, limitando così l’infiammazione e il dolore associati a condizioni acute, come distorsioni o stiramenti​.

Prima di raccomandare la termoterapia, però, il farmacista deve condurre una valutazione accurata per individuare eventuali segnali di allarme, o “red flags”. Identificare sin dall’inizio tali segnali, attraverso un’analisi completa dei sintomi e della storia medica del paziente, consente di evitare trattamenti o valutazioni superflue, ottimizzando la sicurezza del paziente e assicurando interventi tempestivi da parte di altri professionisti della salute.

I segnali di allarme comprendono sintomi come una scarsa risposta al trattamento iniziale, dolore intenso o persistente, una storia clinica di patologie gravi, come cancro, osteoporosi, rigidità mattutina che dura oltre un’ora, indicativa di possibile artrite infiammatoria, e dolore notturno continuo che interrompe il sonno. Sintomi come formicolio oppure intorpidimento possono segnalare una compromissione neurologica e manifestazioni sistemiche, quali febbre, perdita di peso inspiegabile o malessere generale, richiedono una valutazione specialistica per escludere infezioni oppure patologie oncologiche.

I farmacisti, grazie alla loro accessibilità e alla crescente fiducia dei pazienti, svolgono un ruolo cruciale nel supportare una gestione del dolore basata su terapie multimodali, comprendendo interventi educativi e pratici. Per esempio, l’impiego della termoterapia, come consigliato dall’International Pharmaceutical Federation

 

Indicazioni e precauzioni per un utilizzo sicuro ed efficace della termoterapia

Dobbiamo fornire ai nostri pazienti indicazioni chiare su come applicare il calore correttamente. Le sessioni di trattamento devono essere brevi, idealmente tra i 15 e i 30 minuti, per massimizzare i benefici e prevenire rischi come le scottature. È consigliabile l’uso di una barriera protettiva, come un panno, tra la fonte di calore e la pelle, soprattutto nei pazienti anziani o vulnerabili. Inoltre, in caso di utilizzo di farmaci topici, come antinfiammatori o capsaicina, il paziente deve essere avvisato di non applicare immediatamente il calore sulla stessa area trattata, poiché questo potrebbe aumentare l’assorbimento del farmaco e causare irritazioni indesiderate sulla pelle.

Il trattamento con termoterapia è raccomandato per un periodo limitato, generalmente fino a sette giorni, durante i quali è essenziale monitorare attentamente la risposta del paziente. Se il dolore persiste o peggiora, diventa opportuno consigliare un consulto medico per valutare ulteriori opzioni terapeutiche.

La prevenzione del dolore passa dallo stile di vita

Un elemento centrale della gestione del dolore muscoloscheletrico cronico è la prevenzione attraverso l’educazione sui corretti stili di vita: i pazienti possono, infatti, trarre beneficio da una combinazione di attività fisica regolare, stretching e un’alimentazione equilibrata, associata alla gestione del peso.

L’attività fisica regolare è raccomandata per prevenire il deterioramento muscolare e articolare e per mantenere una buona elasticità nei tessuti, soprattutto in condizioni croniche, come l’osteoartrite e il dolore lombare. La combinazione di stretching e di esercizi di rinforzo muscolare contribuisce a migliorare la stabilità articolare e a ridurre la tensione muscolare, con un impatto positivo sulla riduzione del dolore e sull’incremento della funzionalità fisica.

Il controllo del peso corporeo gioca anch’esso un ruolo cruciale, poiché l’eccesso di peso rappresenta un fattore di rischio significativo per l’aggravamento dell’osteoartrite e altre patologie muscoloscheletriche. Un regime alimentare bilanciato, poi, associato alla gestione del peso non soltanto riduce il carico sulle articolazioni, ma migliora anche la qualità della vita del paziente, diminuendo il rischio di complicazioni e la progressione del dolore cronico.

Attraverso consulenze mirate, il farmacista può supportare il paziente nell’adozione di abitudini alimentari e stili di vita più sani, promuovendo strategie di prevenzione a lungo termine

Impatto degli interventi dei farmacisti

Uno studio recente, pubblicato su “Research in social and administrative pharmacy” dimostra che gli interventi guidati dai farmacisti hanno un effetto significativo nella gestione del dolore, riducendone l’intensità e migliorando la qualità della vita dei pazienti. Le revisioni sistematiche evidenziano, in particolare, che gli interventi del farmacista, attraverso consulenze e programmi educativi, sono associati a una riduzione media standardizzata dell’intensità del dolore, con differenze che vanno da -0,76 a -0,22 su diverse scale di valutazione. Allo stesso modo, si riscontra un miglioramento significativo della funzionalità fisica, con valori standardizzati che variano tra -0,38 e 1,03, e un aumento della qualità della vita con valori tra 0,29 e 1,03. Questi risultati dimostrano che i pazienti non solamente sperimentano un controllo più efficace del dolore, ma migliorano anche la loro capacità di svolgere le attività quotidiane e, in conclusione, il loro benessere generale.

Conclusioni

In conclusione, la formazione e il coinvolgimento dei farmacisti nella gestione del dolore muscoloscheletrico rappresentano un passo fondamentale verso una sanità più vicina al paziente, in cui prevenzione e monitoraggio continuo assumono un ruolo centrale. Gli interventi del farmacista, attraverso consulenze personalizzate e programmi educativi, si rivelano una risorsa preziosa per un controllo più efficace del dolore e una riduzione della dipendenza dai farmaci analgesici. Questo approccio integrato non solamente aiuta i pazienti a gestire meglio i sintomi, ma promuove un benessere duraturo.

(Farma Mese N. 10-2024 ©riproduzione riservata)

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