Cuore matto, matto da legare

Analizziamo il mercato dei farmaci usati nelle patologie cardiovascolari, attraverso i dati sell-out dei consumi sia in quantità, sia a valore. Ecco una fotografia non soltanto degli italiani colpiti, per età e sesso, ma anche dei medicinali più utilizzati, soffermandoci in particolare sui brand più venduti e sul loro andamento

“Le malattie cardiovascolari rappresentano una delle principali cause di morte, di morbilità e disabilità e hanno un altissimo impatto sociale ed economico”. A dirlo è l’Istituto superiore di Sanità e l’Istat ce lo conferma, dandoci le dimensioni “dei malati cronici affetti da ipertensione e da malattie del cuore”: ben oltre i 13 milioni, con un trend che va dai 13 milioni e 276 mila pazienti del 2018, ai 13 milioni e 384 mila del 2022. Tocca, invece, a Pharma Data factoring (PDF) -la new entry nel mercato dei data e market intelligence, che raccoglie i dati sell-out del 95% delle farmacie, con una copertura pressoché censuaria- a fornirci i dati di mercato sia dei farmaci di prescrizione delle classi A, C, H, sia degli Otc e Sop acquistati dai pazienti per curarsi.

La fotografia di questa patologia offerta dall’Istat (“Aspetti di vita quotidiana”), in particolare suddivide così i 13 milioni e 384 mila malati cronici: 10 milioni e 895 mila gli affetti da ipertensione e 2 milioni e 489 mila i colpiti da malattie cardiache. Inoltre, nel 2022 due terzi dei malati erano anziani (65 e più anni) e un terzo più giovani, di cui il 31% erano adulti di età compresa tra i 45 e i 64 anni e il 4% erano di età inferiore a 44 anni. Tanto più si scende di età, tanto meno è presente la malattia. Per esempio, l’ipertensione risulta assente al di sotto dei 20 anni.

Il fatturato dei farmaci

La fotografia, invece, del mercato sell-out elaborata da Pdf ci offre questi dati: il fatturato dei farmaci distribuiti dalle farmacie per la cura delle malattie cardiache nell’anno mobile terminante a gennaio 2024 è di 342,7 milioni di confezioni, per un giro d’affari pari a 2.245,2 milioni di euro, con un prezzo medio al pubblico di 6,6 euro a confezione. Dal confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente emergono i risultati a valore positivi (+1,1%), mentre le confezioni in quantità risultano ferme ai valori dell’anno precedente (-0,2%).

Sicuramente al farmacista interesserà analizzare l’andamento delle 6 classi Atc che compongono il fatturato, per distinguerne il peso. La prima, che comprende gli “Agenti che agiscono sul sistema renina-angiotensina” realizza poco più della metà del fatturato (53%), consolidando così il giro di affari dell’anno precedente, mentre la seconda, relativa agli “Agenti beta bloccanti” copre il 18% del valore delle vendite, registrando un leggero sviluppo, e la terza, comprendente i “Calcio antagonisti”, risulta, con l’11,5%, in flessione (contenuta a pezzi -1,7%, ma più elevata a valore -3%). Le tre classi insieme fanno l’84% del totale fatturato e sono sia a pezzi (+0,2%), sia a valore (-0,6%) sostanzialmente sulle stesse dimensioni dell’anno precedente.

La quarta classe Atc analizzata, “Terapia cardiaca”, è la più cara in termini di prezzo medio per confezione (10,3 euro) e ha avuto il miglior sviluppo a valore (+24,3%). A pezzi l’incremento è stato molto più contenuto (+2,6%), ma pur sempre il più elevato rispetto alle altre 6 classi. Arriviamo poi ai “Diuretici”, i meno costosi (prezzo medio 3 euro a confezione), che registrano una flessione in pezzi (-3,2%), ma a valore raggiungono lo stesso risultato dello stesso periodo dell’anno precedente, mentre l’ultima classe, gli “Antipertensivi” (secondo prezzo medio 8,1 euro) propongono vendite leggermente in calo.

Per quanto riguarda poi la tipologia dei farmaci spediti, vediamo che 2 miliardi e 200 milioni, pari al 99,2% del valore delle vendite, appartengono alla classe A, quindi sono a carico delle Stato, con un incremento a valore del 1,2%, ma stabile a pezzi (-0,1%), mentre risultano in decremento le altre classi: -7% il piccolo fatturato delle A con nota, -3,3% la classe C, -0,4% la H (-0,4%) e -2,6% i Sop.

IL GIRO D’AFFARI PER CLASSI ATC
000 pezzi Var.

%

000 euro  Var.

%

Prezzo

Medio

 

Agenti che agiscono sul sistema renina-angiotensina 155.487 -0,5 1.190.961 -0,6 7,7
Agenti beta bloccanti 81.056 +2,3 405.245 +1,3 5,0
Calcio antagonisti 38.548 -1,7 257.294 -3,0 6,7
Terapia cardiaca 18.426 +2,6 188.971 +24,3 10,3
Diuretici 38.492 -3,2 116.151 +0,2 3,0
Antipertensivi 10.733 -1,6 86.556 -1,6 8,1
Totale 342.742 -0,2 2.245.178 +1.1 6,6

Fonte: Pdf – Dati di sell-out: quantità in migliaia di confezioni, valori in migliaia di euro, prezzi al pubblico, anno mobile a gennaio 2024

I farmaci più utilizzati

Siamo di fronte a un mercato ben concentrato, se pensiamo che i primi 10 medicinali utilizzati dai pazienti fanno il 23% del mercato totale e i primi 50 fanno il 58% del valore delle vendite annuali, pari a 1.301 milioni di euro, a un prezzo medio di 7,2 euro, con un incremento del valore del 3,1% e in quantità del 1,4%. Rispetto alle vendite complessive legate a questa patologia, i primi 50 medicinali hanno ottenuto risultati positivi, cioè di sviluppo.

Soffermiamoci sui primi 10 farmaci per fatturato (507 milioni di euro), i leader del mercato, che realizzano circa un quarto del valore delle vendite dell’anno. Il più richiesto è Triatec un “Ace inibitore semplice”, dal prezzo medio al pubblico contenuto (4,7 euro), con vendite in pezzi e valori in contrazione. Anche Norvasc, il secondo farmaco per fatturato, è in calo (ma leggero, essendo sui valori dell’anno precedente), e un altro risultato leggermente negativo lo registra Cardura (-1,7). Gli altri sette farmaci della classifica stanno crescendo, sia in unità, sia a valore. Cardicor e Lobivon, il terzo e il quarto brand tra i primi 10, si sviluppano a un tasso compreso tra il 2 e il 3%, mentre in forte espansione è Ranexa, un farmaco classificato nella classe “terapia coronarica esclusi calcio-antagonisti e nitriti”. Il prezzo di 38 euro gli fa conquistare il quinto posto per fatturato. Stanno crescendo con risultati decisamente positivi anche Triplian (+15,6% a valore e a pezzi) e Bivis (+10%), con prezzi intorno ai 12 euro per confezione, come pure Olpress (+7,9%) e Plaunac (+4,9%), con prezzi al pubblico sui 9 euro a confezione. Nel complesso il fatturato dei primi 10 farmaci sta crescendo molto più del mercato dei cardiovascolari, non soltanto in quantità (+3,4%), ma in particolar modo a valore (+12,0%) a un prezzo medio per confezione che passa da 7 a 7,6 euro (+ 8,3%).

I PRIMI 10 FARMACI CARDIO PER FATTURATO
I FARMACI 000 pezzi Var % 000 euro Var % Prezzo
TRIATEC 14.023 -4,0 65.544 -3,5 4,7
NORVASC 10.965 -0,7 58.113 -0,6 5,3
CARDICOR 11.675 +2,7 56.829 +2,7 4,9
LOBIVON 7.163 +2,2 55.207 +2,2 7,7
RANEXA 1.384 +432,9 52.557 +341,9 38,0
CARDURA 5.363 -1,6 47.595 -1,7 8,9
PLAUNAC 4.812 +5,1 45.199 +4,9 9,4
OLPRESS 4.791 +8,1 44.948 +7,9 9,4
TRIPLIAM 3.377 +15,6 40.769 +15,6 12,1
BIVIS 3.402 +10,3 40.175 +10,2 11,8
TOTALE 66.955 3,4 506.936 +12,0 7,6
Fonte: dati Pdf

I consumi per età e sesso

Nei giovani e soprattutto giovanissimi la richiesta di farmaci cardiovascolari è praticamente inesistente, mentre è dopo i 34 anni che incominciano a sorgere i primi problemi di cuore, con un crescendo fino a tarda età. Il 24,6% del valore degli acquisti è dovuto agli adulti di 50-64 anni (70 milioni di confezioni in un anno), l’altro 70% (211 milioni di confezioni) agli anziani, registrando il massimo dei valori a 75-84 anni. Le vendite agli anziani sono in sviluppo (+2,2% a pezzi +3,7% a valore), in particolare nei “grandi vecchi”, cioè gli over 85 anni, che hanno richiesto +4,4% di confezioni, per un valore del +6,5%. È questo un contributo alla longevità? Negli ultimi 5 anni (2019-2023) gli ultra ottantacinquenni sono aumentati del 5,2% e così gli over 90 sono il 7,7% in più, in presenza poi di una popolazione calante.

Per quanto riguarda il sesso, invece, la richiesta da parte delle donne risulta leggermente superiore (50,5%) rispetto a quella degli uomini (49,5%), ma leggermente meno dinamica (+3%), se confrontata con quella dei maschi (+4%).

Aumenta il numero delle farmacie specializzate in patologie cardiache e questo testimonia non soltanto l’importanza di questa patologia, ma anche l’attenzione che i farmacisti le riservano. D’altra parte, le malattie di cuore sono la prima causa di morte: l’Istat ci dice che nel 2021 il 30,7% dei decessi ha avuto come causa il cuore, con ben 217.523 italiani morti per malattie ischemiche, disturbi cerebrovascolari e altre malattie cardiovascolari, e di questi il 94,4% erano anziani (65 e più anni). Il principale sistema di cura poi sono i farmaci, e i farmacisti vi partecipano con la disponibilità continua dei prodotti, le indicazioni sul loro corretto uso e i consigli di educazione sanitaria. Il sapere del farmacista e la sua capillare presenza rappresentano di conseguenza un importante contributo alla prevenzione e alla cura.

 

 

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