Il passare degli anni s’accompagna a sintomi che richiedono l’intervento di farmaci che aiutano a superare i problemi connessi con la menopausa e l’andropausa. È un mercato che la farmacia deve tener d’occhio, dal punto di vista sia professionale sia economico, visto il progressivo incremento dell’età media della popolazione
Certo, la menopausa è “un evento naturale di ogni donna e non una malattia”, come afferma Issalute, ma è sicuramente una tappa evolutiva della vita che s’accompagna a disturbi e malesseri. La diminuita produzione di estrogeni e progesterone, infatti, provoca sintomi che possono essere “lievi, moderati o raramente gravi a seconda dei casi”, come il farmacista si trova spesso a verificare. Tra i più citati, le vampate di calore, l’eccessiva sudorazione, gli improvvisi arrossamenti del viso e i risvegli notturni, oltre in alcuni casi al rischio di malattie cardiache e vascolari, osteoporosi, incontinenza urinaria, sovrappeso e così via.
Solitamente la menopausa si manifesta tra i 45 e i 55 anni: Jennifer Garrison, fondatrice del Global Consortium for reproductive longevity in “Life Force” sostiene che “il 10% delle trentacinquenni non è più in modo naturale fertile, e già cinque anni dopo -a quarant’anni- una donna ha soltanto il 5% di possibilità di rimanere incinta”, e fra i 45 e i 55 anni c’è la probabilità che le ovaie cessino di funzionare. I dati sui farmaci che esporremo per la terapia ormonale sostitutiva (Tos) e l’osteoporosi (vitamina D+calcio) riguardano un parco di 12,5 milioni di italiane, di età compresa tra i 35 e i 64 anni.
Anche per i maschi a 35 anni s’inizia a parlare di problemi legati alla andropausa, e a 40 anni i livelli di testosterone incominciano a decrescere fisiologicamente del 2% l’anno. I farmaci prescritti per la disfunzione erettile, l’ipertrofia prostatica benigna (Ipb) e in minima parte l’osteoporosi si riferiscono agli uomini di 35-64 anni, nel nostro Paese 12,8 milioni. Nell’insieme, quindi, abbiamo 25 milioni di persone, che possono essere in menopausa o andropausa, pari al 43% degli italiani: partiamo dai 3,3 milioni della fascia 35-39 anni, per salire a 4,8 milioni dei 55-59enni, per poi decrescere fino a tarda età. Pertanto, nel periodo di vita tra i 35 e i 59 anni abbiamo il massimo della crescita della popolazione italiana per classi di età.
La diminuzione della fertilità nella donna e nell’uomo genera, quindi, problemi, aspettative, paure, possibili disfunzioni anche severe, variazioni negli stili di vita, richieste di consiglio ai professionisti sanitari, in primis anche ai farmacisti. La tipologia, la quantità e il valore economico dei farmaci richiesti alle farmacie dai pazienti di età compresa in questa stagione della vita, che qui di seguito esponiamo, sono stati rilevati da Pharma Data Factory, che raccoglie i dati sell-out delle farmacie, con una copertura pressoché censuaria.
Il mercato della menopausa
Nei 12 mesi terminanti a marzo 2024 sono stati richiesti in farmacia per la menopausa 12,6 milioni di farmaci, per un valore di 107,62 milioni di euro, di cui l’83,1% per l’osteoporosi (vitamina D e calcio), venduta a un prezzo medio al pubblico di 7,9 euro per confezione, e il 10,6% per la Terapia ormonale sostitutiva, con prezzo medio 13,4 euro. Nell’insieme vi è stata una crescita, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a valore del 6,3% e a pezzi del 6,0%
Le richieste di 11,3 milioni di pezzi di farmaci per l’osteoporosi realizzano non soltanto il primo risultato del settore menopausa, ma anche il più dinamico. Nell’anno mobile ha registrato, infatti, un incremento a valore del 10,6% e a pezzi del 7,9%. Le vendite dei primi 10 prodotti concentrano tre quarti del fatturato (74%) e diversi brand hanno dimostrato nell’ultimo anno una crescita molto interessante, come Dibase (+21,3%) il primo farmaco per valore della classe terapeutica e ancor di più Annister (+41,7%), Xarenel (+48,7%) e Zibenak (+40,1%).
Il fatturato per la Terapia ormonale sostitutiva, invece, decresce a valore del -10,6% e a pezzi del -7,6% pari 11mila unità, passando da 1,46 milioni di pezzi del 2023 a 1,35 milioni (anno mobile a marzo 2024). I primi 10 prodotti fanno l’86% del giro di affari (15,6 milioni di euro): rispetto al 2023, nel 2024 sono tutti in calo, e alcuni con valori rilevanti. I primi 5 in ordine di fatturato sono: Livial con 5,2 milioni di euro di sell-out decresce del 4,8%, Angeliq (3 mio €, -7,1%), Gelistrol (2,2 mio di €, -9,7%), Intrarosa (1,2 mio €, -25,3%). Gli altri 5 hanno singolarmente un fatturato che varia da 0,5 a 0,8 milioni di euro, con variazioni negative.
Il mercato dell’andropausa
Il valore del fatturato (sempre sell-out, anno mobile marzo 2024), pari a 128,16 milioni di euro, è stato ottenuto per 83,2% dai prodotti per le patologie Tos, Ipb e disfunzione erettile con 6,5 milioni di confezioni al prezzo medio di 16,5 euro, e il 16,8% dall’osteoporosi, con 2,8 milioni di confezioni al prezzo medio di 7,7 euro. Nell’insieme vi è stato nel 2024 una contrazione del fatturato del 7,5%, dovuta a una diminuzione dei pezzi del 4,1% e un calo del prezzo medio (-3,5%) soprattutto nel primo segmento. L’osteoporosi, come nella menopausa, è in sviluppo anche se con valori più contenuti. I 2,8 milioni di pezzi venduti a 7,7 euro per confezione sono superiori dell’anno precedente a pezzi del 1,3% e a valore del 3,6%
Più della metà (55,5%) delle vendite della classe terapeutica Tos, Ipb e disfunzione erettile è dovuto alla disfunzione erettile, mentre l’altra parte importante riguarda la ipertrofia prostatica benigna (41,2%) e scarso risulta invece il peso degli androgeni (3,3%). Nel 2024 il valore monetario è diminuito rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del 9,4%, in particolare dell’11,9% nella prima classe e del 6,6% nella seconda, mentre la classe androgeni ha registrato una leggera crescita (+0,8%).
I primi 10 farmaci per la disfunzione erettile realizzano il 60,4% del fatturato. In prima posizione c’è il Cialis (5,6 milioni di euro di fatturato), che nell’’ultimo anno ha avuto un incremento del valore del 23%, seguito con valori in decremento da Tadalafil Sand (5,1 mio €, -3,1%), Tadalafil My (4,9 mio €, -32,6%), Tadalafil Te (4,4 mio €, -12,7%), mentre in quinta posizione il Tadalafil Doc aumenta in percentuale (3,5 mio €, +1,2%). Gli altri 5 brand, del valore compresso tra i 2 e i 3 milioni di euro ciascuno, risultano essere in perdita. Per l’ipertrofia prostatica i primi 10 farmaci fanno il 65,8% del fatturato: in testa c’è Xatral con 7,5 milioni di fatturato, in decremento del 12,1%, seguito da Omnic, a pari valore con Permixon, con 5,3 milioni di euro di giro di affari, in leggero incremento il primo (+0,6%), in decremento il secondo (-6,6%). La quarta posizione è di Urorec (3,4 milioni di euro) in leggero decremento (-0,8%), mentre in quinta posizione c’è Avodart, che risulta in sviluppo (2,4 mio €, +3,5%). Intorno a un fatturato di 1 milione di euro troviamo infine gli altri 5 brand, con tassi di sviluppo negativi.
Concludiamo con le affermazioni di Jennifer Garrison in Life Force: “Gli studi provano che la menopausa accelera il processo di invecchiamento del corpo femminile”, ma continua precisando che “Molte donne affermano che quando i livelli ormonali si stabilizzano, in modo naturale o grazie alla terapia ormonale sostitutiva, i sintomi scompaiono e ci si sente bene come non accade da anni”. Anche per l’uomo, gli anni fertili passano, ma non la capacità di affrontare il futuro con forza e fiducia. E questo anche grazie all’offerta proposta in farmacia: oltre ai farmaci, anche integratori, cosmetici e altri prodotti, che consentono di vivere menopausa e andropausa in tutta serenità.
(Farma Mese N. 6-2024 ©riproduzione riservata)